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Le auto

Quando la Opel Kadett perse il tetto

Realizzata sulla base della terza generazione della Opel Kadett della berlina due porte a trazione posteriore, presentata al salone di Ginevra del 1976,
la Aero aprì la strada alla fortunata serie Cabrio.
Costruita da carrozzeria Bauer di Stoccarda, la caratteristica della Kadett Aero era quella di adottare un tetto rigido amovibile in corrispondenza dei sedili anteriori,
abbinato a un robusto roll-bar d’acciaio e ad una capote posteriore pieghevole.
Era dotata di tappezzeria e rivestimenti originali, sedili con i poggiatesta, le cinture di sicurezza con riavvolgimento automatico, il contagiri, il voltmetro e il manometro olio. Una serie di equipaggiamenti che, al tempo, erano disponibili di serie solo su vetture di segmenti superiori.
Montava un motore 1.2 litri, 4 cilindri, da 60 CV, un cambio a 4 marce, automatico a richiesta, freni anteriori a disco, servofreno e cerchi in lega.
Ne furono prodotti 1.244 esemplari, ma sul mercato italiano non arrivò mai.
Lo scopo della Aero era quello di sottolineare le grandi potenzialità della Kadett-C, presentata tre anni prima, con la quale la Opel mirava a proporre una "world car":
un modello compatto, con costi di produzione contenuti, bassi consumi e che soprattutto avrebbe potuto essere costruito con poche varianti in diversi parti del mondo utilizzando impianti e componentistica locali. La Kedett-C venne prodotta in Gran Bretagna, Stati Uniti, Argentina, Brasile, Australia, Giappone.
Dalla primavera 1973 all’estate 1979 furono prodotte complessivamente 1.701.075 esemplari della Kadett-C.

Gli 85 anni della Opel Kadett

Nel 1935 la Opel era divenuta la più grande industria automobilistica tedesca: dai suoi impianti uscivano 100.000 vetture l'anno.
Quello stesso anno presentò due nuovi modelli destinati ad influenzare la sua produzione futura: la Opel Olympia e la P4.

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