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Riconosciuta da molti come una delle più grandi Ferrari di sempre, la 335 S numero di telaio 0674 ha avuto una ricca carriera agonistica ed è stato guidata da stelle del motorsport e protagonista del Campionato Mondiale Sport del 1957. Ciò che contraddistingueva la 335 S era il suo motore a quattro alberi a camme, il primo della Ferrari. Il V12 Tipo 130 montava nuove testate con due alberi a camme per bancata e ben 24 candele, 12 per ogni V di 60 gradi.

Come spesso accadeva negli sport motoristici del tempo, questa Ferrari iniziò come 290 MM Spyder Scaglietti, con il numero di telaio 0626. L'auto fu guidata da Juan Manuel Fangio nella Mille Miglia del 1956, dove arrivò quarta. Rifinita in rosso con una fascia anteriore nei colori argentini, arrivò terza alla 1000 km del Nurburgring, guidata da Phil Hill e Ken Wharton. In seguito arrivò seconda anche al GP di Svezia, guidata da Wolfgang von Trips.
L'auto fu convertita in una 315 S Barchetta dopo quest'ultimo gran premio, con una versione da 3,8 litri del nuovo motore. Il telaio, rinumerato 0674, sfoggiava una carrozzeria realizzata da Scaglietti. Le sospensioni erano piuttosto sofisticate, anche se la Ferrari mantenne i freni a tamburo, piuttosto passare ai dischi. La prima gara in versione 315 S fu la 12 Ore di Sebring del 1957, con Peter Collins e Maurice Trintignant che dettarono il ritmo all'inizio, ma alla fine arrivarono sesti. Von Trips la guidò alla Mille Miglia, dove arrivò secondo in quella che sarebbe stata l'ultima edizione della corsa più famosa del mondo dopo il tragico incidente di Guidizzolo.
Per la 24 Ore di Le Mans del giugno 1957 la vettura fu nuovamente potenziata, fino all'attuale versione 335 S. Mike Hawthorn e Luigi Musso impostarono un ritmo forsennato all'inizio, ma la vettura non riuscì a terminare la corsa per un problema al motore. Ottenne comunque un onorevole quarto posto nel GP di Svezia dell'11 agosto, ancora una volta con Hawthorn e Musso.
Qualche tempo dopo, la vettura fu ancora modificata da Scaglietti per migliorare il raffreddamento dei freni per il finale di stagione nel caldo di Caracas. La Ferrari occupò le prime quattro posizioni, con la 0674 guidata da Hawthorn e Musso seconda dietro Collins e Hill.
La 0674 fu poi venduta alla scuderia NART di Luigi Chinetti e iscritta al Gran Premio di Cuba, quello famoso per il rapimento di Fangio. Con Stirling Moss e Masten Gregory al volante, la 335 S vinse la gara all'Avana. Chinetti la ridipinse nel blu della NART con una striscia bianca e fu in seguito acquisita da Mike Garber per gareggiare negli eventi SCCA, dove vinse anche una Road America 500.
Dopo due stagioni di gare, la 335 S sembrava ormai piuttosto usurata. Garber vendette l'auto a Robert Duesk che contattò il noto collezionista francese Pierre Bardinon. Le trattative andarono avanti per molti anni, prima che Bardinon accettasse di acquistare l'auto nel 1970. Una volta che la Ferrari arrivò in Francia, il team di Bardinon iniziò a fare ricerche per il restauro. Fu inviata alla Carrozzeria Fantuzzi di Modena, dove il muso fu riportato all'originale e la carrozzeria ridipinta di rosso. Fu quindi regolarmente utilizzata sulla pista privata che Bardinon aveva costruito nel parco della sua residenza. Sebbene uscisse raramente dai cancelli del suo museo privato, veniva comunque spesso guidata e anche esposta ad appassionati e club invitati.
L'attuale proprietario, un collezionista americano, ha acquistato l'auto all'asta Artcurial Retromobil del 2005, per quasi 25 milioni di sterline.