Bugatti Type 57 Atlantic, un’icona di stile
Type 35, l’inizio del mito Bugatti
Eleganti, sportive, lussuose e rare: quattro aggettivi che possono definire le Bugatti. Ma c’è un modello in particolare per il quale calzano a pennello: la Type 57 SC Atlantic Coupé, probabilmente la più famosa delle leggendarie Bugatti.
Ne furono costruite soltanto quattro tra il 1936 e il 1938. Tre sono sopravvissute sino ad oggi e sono considerate le tre auto più costose del mondo, mentre non si è ancora alla ricerca della quarta Atlantic scomparsa.
Jean, il figlio di Ettore Bugatti, iniziò a modernizzare la strategia aziendale intorno al 1930. Invece di produrre più modelli differenti, Jean sviluppò un modello base da cui fece derivare diverse varianti. Bugatti progettò la Type 57 sia come una vettura di produzione di serie, sia come una variante da corsa. La gamma offriva diverse soluzioni, sia riguardo il motore che la carrozzeria, come la Galibier (berlina quattro porte), la Stelvio (convertibile), la Ventoux (berlina due porte) e l’Atalante (coupé). Quando la produzione si fermò nel 1940, erano state costruite 800 Type 57 nelle differenti versioni. Il numero preciso è tuttora sconosciuto, ma la Type 57 resta il modello Bugatti più prodotto.
Naturalmente tutto questo non vale per l’Atlantic. Quando apparve per la prima volta, la sua carrozzeria era straordinariamente bella e inusuale ed il cofano era così imponente per un’auto dalla lunghezza totale di soli 3 metri e 70. La parte posteriore fluisce in una forma ovale che si protende fin quasi a terra. Sei tubi di scarico completano la visione posteriore. Una caratteristica del suo design è la cucitura rialzata che corre verticalmente dalla cerniera nel cofano motore alla coda. Come una pinna affilata, divide la carrozzeria nel mezzo. I rivetti tengono in posizione i fogli di metallo.
Le Atlantic furono sviluppate dall’unico prototipo della Aérolithe, meglio conosciuta come Coupé Special o Coupé Aero. Per la carrozzeria di questo modello Jean Bugatti usò l’Elektron, derivato dall’industria aeronautica, una lega composta al 90% da magnesio e al 10% di alluminio. Nonostante sia leggero e molto forte, è però molto difficile da lavorare e non può essere saldato; per questo Bugatti rivettò insieme i pannelli della carrozzeria, creando quella famosa cucitura dorsale. Per la produzione dell’Atlantic, Bugatti utilizzò l’alluminio mantenendo però la rivettatura sul dorso dell’auto. Le portiere continuano nel tetto per agevolare l’entrata e l’uscita dei passeggeri. I fari delle prime due auto sono integrate nei parafanghi, mentre le altre due sono dotate di alloggiamenti separati.
Sull’Atlantic venne montato il potente ma silenzioso motore 3.3 litri, 8 cilindri in linea, da oltre 200Cv, in grado di superare i 200 km/h quando ancora sulle strade circolavano i carri trainati dai cavalli.
Il modello venne chiamato Atlantic in onore di un amico di Bugatti, Jean Mermoz. Pioniere dell’aviazione, fu il primo a trasvolare l’Oceano Atlantico Meridionale e sull’oceano scomparve durante un volo nel 1936.
Furono soltanto tre le Atlantic vendute. Nel 1936, Bugatti costruì la prima per il banchiere Victor Rothschild. Con il numero di telaio 57 374, è meglio conosciuta come “Rothschild Atlantic”. IL terzo esemplare, la “Holzschuh Atlantic”, con il telaio numero 57 473, fu consegnato al francese Jacques Holzschuh nell’ottobre 1936. Il secondo proprietario dell’auto, un collezionista, morì in un incidente ad un passaggio a livello e l’auto andò completamente distrutta. Molti anni dopo, fu sottoposta ad un completo restauro, sebbene il motore non poté essere recuperato. Lo stilista Ralph Lauren è l’attuale proprietario dell’ultima Atlantic prodotta, quella con il telaio numero 57 591, la “Pope Atlantic”, ultimata nel maggio del 1938, chiamata così dal nome del suo primo acquirente, l’inglese R.B. Pope.
Jean Bugatti tenne la seconda Atlantic per sé. Solo lui e pochi amici intimi, principalmente piloti del suo team, poterono sedersi dietro il volante della coupé con il numero di telaio 57 453. Bugatti usò la” La Voiture Noire”, con il paraurti anteriore e le portiere più basse, per numerosi servizi fotografici o come vettura dimostrativa nei saloni internazionali dell’auto. Di questa auto, dal 1938, si sono perse le tracce. Non è chiaro se l’auto fu venduta ad uno dei piloti amici di Bugatti o se, invece, fu trasferita in una regione più sicura della Francia all’indomani dell’invasione dell’Alsazia da parte dell’esercito tedesco; la seconda appare l’ipotesi più probabile. Quello che è certo che, ad oggi, la seconda Atlantic costruita non è stata ancora ritrovata e la sua scomparsa resta uno dei grandi misteri irrisolti della storia dell’automobile. Qualora dovesse riapparire, gli esperti stimano che il suo valore sarebbe sicuramene superiore ai 100 milioni di Euro.