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La W194 vinse la 24 Ore di le Mans del 1952, primo successo assoluto della Mercedes e prima volta di una vettura con la carrozzeria chiusa. Grazie anche alla sua tecnologia, indicò il futuro e avrebbe dato vita alla 300SL Gullwing stradale.

La W194 era all'avanguardia per l'epoca, sostenuta da un telaio tubolare di acciaio leggero e robusto, rivestito da una carrozzeria, anch'essa d'alluminio, liscia e filante. Le alte paratie su entrambi i lati dell'auto rendevano difficile l'ingresso nell'abitacolo con le portiere convenzionali. Le portiere "ad ala di gabbiano", con un'apertura più ampia, offrivano una soluzione ideale ma anche di grande impatto visivo. La W194 pesava 1.130 kg e montava un motore 3.0 litri, sei cilindri in linea, sotto il lungo cofano di alluminio, con tre carburatori Solex, che gli consentivano erogare fino a 175 CV, anche se per Le Mans venne depotenziato a 165 CV per garantire affidabilità per l'estenuante distanza della gara. Anche così, grazie alla sua carrozzeria leggera e aerodinamica, era in grado di raggiungere i 260 km/h. Ne vennero prodotti solo dieci esemplari.
La W194 arrivò a Le Mans al culmine di una stagione agonistica piena di successi; un anno in cui s'impose al Nürburgring e alla Carrera Panamericana. Era la prima volta che Mercedes tornava a correre a Le Mans dopo 22 anni. I piloti Hermann Lang e Fritz Reiss avrebbero dovuto confrontarsi con un'agguerrita concorrenza, come la Ferrari di Alberto Ascari, la Jaguar di Stirling Moss, con cui aveva vinto nel 1951, e la Talbot di Pierre Levegh.
Fu una gara durissima: delle 57 vetture partite, tagliarono il traguardo soltanto in 17. Moss e Ascari non ruscirono a concludere la corsa; solo Levegh si rivelò un osso duro da superare. Il talentuoso 46enne pilota francese cercò di portare a termine l'intera gara da solo, rifiutandosi di fermarsi e consegnare l'auto al copilota, nonostante le proteste sia della moglie che del patron del team: sentiva che solo lui avrebbe potuto gestire l'auto ormai malandata fino al traguardo. Ma, alla fine, Levegh dovrà ritirarsi per la rottura di una biella.
A rendere ancora più complicata e difficile la gara, la densa nebbia che avvolse il circuto alle prime luci dell'alba, costringendo i piloti delle 300SL a guidare con le portiere ad ali di gabbiano aperte e sporgersi fuori per cercare di vedere fuori dal parabrezza. Ma neanche la nebbia riuscì a fermare le due W194 che riuscirono ad arrivare sino alla bandiera a scacchi senza intoppi, conquistando la doppietta finale, con l'auto numero 21 a conquistare il primo posto.