I fari della Citroën DS e le corde per pianoforte
Paul Magés era entrato giovanissimo in Citroën come semplice disegnatore. Le sue capacità e la spiccata curiosità furono presto notate da André Lefebvre, l’ingegnere capo padre della 2CV e della Traction-Avant.
Magés fu incaricato di progettare un sistema automatico per regolare la ripartizione della frenata in funzione del carico per i veicoli commerciali e quelli industriali.
Magés andò, però, oltre il suo compito, scoprendo le infinite possibilità dell’idraulica ad alta pressione che utilizzerà diffusamente sulla DS.
Curioso un episodio che lo riguarda e che coinvolge una nota marca francese di fari, da sempre fornitrice di Citroën.
Nel dicembre del 1963 lo stilista Flaminio Bertoni, in una sola mattinata, ridisegnò il frontale della DS creando quel muso così caratteristico, con i fari carenati, che avrebbe visto la luce nel settembre del ‘67. Avere i fari così arretrati rispetto al vetro che li proteggeva era una necessità dettata dalle leggi dell’aerodinamica, ma a fronte di un maggior costo costruttivo dell’insieme, permetteva di avere dello spazio dove alloggiare qualcosa di nuovo.
Fu così che nel 1965 i tecnici Citroën furono invitati da una celebre marca di proiettori per una visita nei loro laboratori. Per Citroën era presente Paul Magés a cui fu presentato un complesso dispositivo elettronico che permetteva di ruotare i fari più interni sul loro asse verticale in funzione della posizione del volante, consentendo al fascio luminoso di seguire l’andamento della strada, illuminando la parte interna delle curve.
Un elaboratore (grande quanto una scatola da scarpe) montato all’interno dell’abitacolo comandava dei motori elettrici in base agli impulsi ricevuti da sensori abbinati alle ruote anteriori. Era l’unico modo (con la tecnologia dell’epoca) per ottenere una rotazione differenziata dei due fari: maggiore per il faro interno alla curva e minore per l’altro.
Soltanto due giorni dopo, i tecnici dei fari furono invitati a loro volta nei laboratori Citroën. Magés li aspettava, con accanto un frontale completo della DS così come sarebbe stato presentato due anni dopo. C’era tutta la parte anteriore del veicolo: dalla plancia fino al paraurti, volante incluso.
Magés aveva già realizzato un sistema che permetteva ai fari della DS di oscillare in funzione della posizione delle sospensioni, compensando così il beccheggio della vettura l’accelerazione e la frenata, lasciando costante la portata dei fari. C’era riuscito utilizzando due fili di acciaio, sul tipo delle corde da pianoforte, ancorati alle due barre antirollio anteriore e posteriore della DS. Con il movimento della scocca, le corde tiravano o lasciavano, permettendo ai fari di puntare in avanti con angolazione costante rispetto al suolo.
Ma la sorpresa maggiore, per i tecnici, fu quando Magés ruotò il volante ed i fari interni si mossero come quelli che aveva visto due giorni prima, ma molto più rapidamente, senza esitazioni e con una precisione millimetrica. Alla domanda dei tecnici che avevano invece impiegato tre anni per ottenere lo stesso risultato, Magés mostrò loro due corde per pianoforte.