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Per alcuni è la più bella automobile di tutti i tempi. Per altri la più tecnologicamente avanzata della sua epoca, una vettura rivoluzionaria che era anni avanti rispetto al suo tempo. Ancora oggi, a sessanta anni dalla sua presentazione, la Citroen DS riesce ancora a far girare la testa come poche altre vetture classiche.

La DS – la cui pronuncia Dèesse richiama la parola francese Dea, ma anche le iniziali di Désirée Spéciale – fu lanciata al Salone di Parigi il 6 ottobre 1955 dove stupì ed affascinò il pubblico per il suo design. Nei primi 15 minuti dall’apertura del salone vennero raccolti 743 ordini. Alla fine della prima giornata, il totale avrebbe raggiunto l’incredibile cifra di 12.000, mente alla fine del Salone il totale avrebbe raggiunto le 80.000 unità, nonostante il prezzo non fosse così basso. Il filosofo francese Roland Barthes disse che assomigliava più che ad un’auto, a qualcosa che fosse caduta dal cielo.

In un periodo nel quale la maggior parte delle auto erano a trazione posteriore, tra le futuristiche specifiche della DS c’erano la trazione anteriore, le sospensioni autolivellanti idropneumatiche, un cambio semi-automatico e il tetto in fibra di vetro per diminuire il centro di gravità. Ma ciò che colpì subito fu la sua linea innovativa, anti-conformista, che aveva una sua ragion d’essere nella necessità di ottenere il miglior coefficiente aerodinamico. Lateralmente, la linea della DS era slanciata, con grandi superfici vetrate ed i passaruote posteriori semi-carenati.

Anche all’interno la DS riservava soluzioni all’avanguardia, come, il design del volante ad una razza, studiato per offrire una maggiore sicurezza al guidatore. Era possibile regolare l’illuminazione del cruscotto che era ricco di strumenti, come le spie dei fari o l’indicatore del livello del carburante. In caso di guasto del sistema elettrico del tergicristallo, c’era un pomello interno per il loro funzionamento manuale, mentre in condizioni di freddo eccessivo, tramite una catenella a lato della frizione si poteva tirare una tendina per proteggere il radiatore.

La principale innovazione tecnologica della DS era, però, il sistema di sospensioni idropneumatiche. Frutto di un lavoro di progettazione durato circa dieci anni, questo sistema permetteva di mantenere sempre costante l’altezza da terra delle ruote in qualunque circostanza.

Il primo modello presentato fu la DS19, che montava un motore 1.9 litri da 75 Cv, al tempo appena sufficientemente adeguato per l’auto, il cui costo di sviluppo non aveva lasciato adeguate risorse per sviluppare anche un nuovo propulsore.

Nel 1960 fu commercializzata la prima versione ufficiale della DS Cabriolet, che aveva una capote di tela e soltanto due porte, e la cui produzione terminò nel 1971. Incerto il numero degli esemplari prodotti: alcune fonti parlano di 1.253 unità, altre di 1.365. Anche per questo, la DS Cabriolet è un’auto molto ricercata dai collezionisti e dalla quotazione molto alta.

Nel 1964 venne presentata la versione top di gamma della DS, la Pallas e, a seguire, fu lanciato il nuovo motore da 2.175 cc e, con esso, la nuova DS21. Nel 1967 arrivò la seconda generazione ella DS e l’anno successivo venne commercializzata la DS20, con il motore 2.0 litri, insieme alla versione giardinetta, la Break 20.

La Break poteva ospitare sino a 7 passeggeri più il guidatore, ma le due file dei sedili posteriori potevano essere abbattute per aumentare la capacità di carico. Nessun’altra vettura allora sul mercato poteva vantare tanto spazio, sia per i passeggeri, sia per il carico. Nelle varie versioni successive, complessivamente vennero prodotte quasi 32.000 esemplari della Break sino all’agosto del 1973.

Il 24 aprile 1975, dopo 1.445.959 unità prodotte, dallo stabilimento di Aulnay sur Bois uscì l’ultima “dea”, una DS 23 Pallas di colore blù.

La DS ebbe anche una lunga storia vincente nelle gare automobilistiche, grazie alle sue eccezionali doti. Fu protagonista assoluta dei rallies e delle grandi maratone internazionali per quasi 17 anni, dalla sua prima vittoria al Rally di Montecarlo nel 1959, all’ultima ottenuta nel Rally du Maroc nel 1975.