Nel 1962, nel centenario della fondazione dell’azienda, Opel presentò la Kadett. Non si limitò però solo a progettare un'auto completamente nuova, ma costruì addirittura un moderno stabilimento dove produrla. La fabbrica di Rüsselsheim lavorava ormai al massimo della sua potenzialità per costruire Olympia, Rekord e Kapitan e nel distretto di Francoforte cominciavano a scarseggiare gli operai specializzati.
Perciò Opel decise di aprire una nuova fabbrica nel bacino della Ruhr che in quegli anni stava vivendo un periodo di grave crisi occupazionale a causa del sempre maggior numero di miniere di carbon fossile che erano costrette a chiudere. Nel 1959 la sola città di Bochum contava 13.700 minatori disoccupati.
Il 18 marzo 1960 Opel raggiunse un accordo con i rappresentanti della città per costruire proprio a Bochum un nuovo stabilimento. L'apertura della nuova fabbrica avrebbe dato lavoro a 10.000 operai. In soli 25 mesi 5.900 operai costruirono gli impianti su due aree occupate da miniere in disuso. Il 10 ottobre 1962 furono inaugurate le due fabbriche di Bochum-Laer e Bochum-Langendreer: nella prima avevano trovato posto le presse, le attrezzature per l'assemblaggio finale e per la produzione dei sedili; nella seconda quelle per la produzione dei motori, delle trasmissioni e di tutti gli organi meccanici della Kadett.
Lo slogan “Una nuova fabbrica, una nuova automobile”, che nell'estate 1962 accompagnò il ritorno della Kadett sul mercato dopo oltre due decenni era particolarmente azzeccato.
Nell'agosto del 1962 Opel lanciò la Kadett-A, un'auto completamente nuova che non ricordava le altre Opel del momento né i modelli d'anteguerra. La sua carrozzeria compatta ed essenziale aveva linee squadrate, pinne verticali ai lati del cofano motore e del bagagliaio, paraurti e fari cromati, finestrini deflettori anteriori apribili, pneumatici con banda di colore bianco allora di moda in Europa. Tutto questo assicurava alla Kadett un certo fascino presso coloro che difficilmente avrebbero potuto permettersi una berlina di grossa cilindrata. La vettura inoltre pesava solo 670 kg e così, nonostante il motore di soli 40 Cv, la Kadett-A aveva prestazioni quasi analoghe a quelle della più grande Rekord.
La modernità tecnica della Kadett-A non si limitava al motore. Trasmissione ed albero con un solo giunto cardanico, sospensione anteriore indipendente a balestra trasversale e bracci sovrapposti scatolati, sospensione posteriore ad assale con balestre semiellittiche longitudinali, sterzo a pignone e cremagliera facevano della nuova Kadett un'utilitaria nata per stupire.
Alla prima versione della Kadett-A, la berlina a 2 porte, si affiancò nel marzo 1963 la Caravan, una station wagon 2 porte con il secondo finestrino laterale ad apertura scorrevole. Nell’ottobre dello stesso anno arrivarono anche la versione L della berlina ed una coupé 2+2, in pratica una berlina con la carrozzeria modificata nella parte posteriore del padiglione più basso di 2 centimetri. Le nuove versioni si riconoscevano esternamente per i copriruota cromati, il frontale leggermente ridisegnato (fari tondi inseriti in un elemento quadrato, paraurti con rostri verticali, mascherina con elementi verticali e dicitura "Opel" inserita, logo "blitz" sul cofano motore). Inoltre il secondo finestrino laterale, fisso sulla berlina a 2 porte, si apriva a compasso.
Contemporaneamente arrivò anche la versione S del 4 cilindri di 993 cc con una potenza maggiore (48 Cv). Con l'adozione di questo motore la velocità massima delle berline e della Caravan 1000 passò da 120 a 130 km/h. La coupé, prodotta esclusivamente con questo propulsore, poteva raggiungere i 136 km/h.
"La Opel Kadett" scriveva la rivista tedesca Auto, Motor und Sport dopo una prova di 15.000 chilometri "va consigliata senza esitazioni. Non è un'automobile straordinaria né affascinante, ma è un ottimo prodotto. Richiede un investimento minimo di denaro e non dà problemi".
La nuova Kadett riscosse un tale successo che portò la penetrazione di Opel sul mercato tedesco dal 16% al 23%. Il 20 giugno 1963, a meno di un anno cioè dalla sua presentazione, fu prodotta la centomillesima Kadett-A. Per tenere il passo con la sostenuta domanda della clientela la produzione giornaliera della fabbrica di Bochum si stabilizzò su circa 1.000 unità al giorno.
Anche in Italia, la Kadett fu un grande successo commerciale. Sale di mese in mese nelle cifre di vendita per tutto il 1963, supera tutte le concorrenti esclusa la Volkswagen nel 1964, per insediarsi al primo posto nel 1965 e nel 1966. Complessivamente, saranno 62.708 le Kadett-A consegnate tra la fine del 1963 ed i primi mesi del 1966. Nel 1964 la Opel ambientò parte della campagna pubblicitaria della Kadett in Italia, dove una rossa berlina era ritratta nelle strade di Roma e sulla linea di partenza dell'autodromo di Vallelunga.
"Opel Kadett: kurz gesagt O.K." (ovvero "Opel Kadett: in sintesi è O.K.") diceva la pubblicità ribadendo il generale consenso che la Kadett-A aveva riscosso presso il pubblico europeo. Un dato per tutti. Quando, nel settembre del 1965, la Casa tedesca decise di interromperne la produzione, ne erano stati prodotti 649.512 esemplari.