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La terza edizione della 500 Miglia d'Indianapolis si tenne il 30 maggio 1913. Dopo che alle prime due avevano partecipato piloti americani, per gareggiare a questa edizione ne arrivarono sei dall'Europa, attratti anche dall'impressionante primo premio da $ 21.000 (equivalente a oltre mezzo milione di dollari attuali).

Al via si schierarono 27 auto.
l francese Jules Goux, alla guida della sua Peugeot privata, figlio del responsabile dell'impianto di produzione della fabbrica francese, sarebbe riuscito a rimanere in testa alla corda quattro volte. Il pilota americano Bob Evans ingaggiò un lungo duello con Goux, riuscendo anche a condurre la gara per 10 giri, per poi dover abbandonare al giro 158 a causa di un problema meccanico.
Da allora, la corsa sarebbe stata dominata da Goux che taglierà il traguardo con oltre 13 minuti di vantaggio sul secondo, divenendo il primo vincitore non americano della 500 miglia. Il francese coprirà i 200 giri in 6 ore e 35 minuti, alla velocità media di 122 kmh.
Una leggenda racconta che durante la gara Goux avrebbe consumato consumò sei bottiglie di champagne. Solo un'esagerazione, ma non una storia inventata. Durante i suoi sei pit-stop, Goux avrebbe condiviso quattro bottiglie con il suo meccanico Emil Begin; ma entrambi ne avrebbero bevuto solo un sorso ogni volta; lo champagne poi sarebbe stato consumato per sciacquarsi la bocca, usato come colluttorio.
A fine gara Goux avrebbe dichiarato che il suo manager lo aveva costretto a rimanere al di sotto della velocità massima della macchina, perchè era sicuro della vittoria.
Spencer Wishart fu il migliore dei piloti americani, piazzandosi al seconda posto, mentre altre due vetture europee, la Sunbeam di Albert Guyot e la Mercedes del belga Theodore Pilette, avrebbero chiuso al quarto e quinto posto.
Le regole dell'epoca stabilivano che i premi in denaro sarebbe andati soltanto ai primi dieci che avrebbero completato le 500 miglia. Questo rendeva molto vivace e combattuta la corsa, anche sopo l'arrivo del vincitore. La Stutz dell'americano Charlie Merz, in lotta per il secondo posto, alla fine del 199° giro avrebbe preso fuoco. Ma il pilota, non volendo rinunciare al premio in denaro, guidò nell'ultimo giro con l'auto letteralmente in fiamme, mentre Harry Martin, il suo meccanico, strisciando fuori sulla parte superiore del cofano con l'auto in corsa, cercava di spegnere le fiamme tentando di aprire le cinghie che tenevano chiuso il cofano motore per far sì che il fuoco si spegnesse più velocemente. I loro sforzi furono premiati, perchè arrivarono terzi; Martin, purtroppo, sarebbe rimasto ucciso mentre provava un'auto meno di due mesi dopo.