La Ferrari 166MM/212 Export Uovo venne creata come esemplare unico ultra-aerodinamico nel 1950
Jaguar XJ, i 50 anni di una dinastia leggendaria. La Serie III, 1979-1992. Terza parte.
Jaguar XJ. I 50 anni di una dinastia leggendaria. La Serie II 1973-1979. Seconda parte.
Verso la fine degli anni Settanta, Jaguar decise che era arrivato il momento di aggiornare XJ, nonostante le vendite rimanessero comunque a livelli elevati. Per la prima volta nella storia della Jaguar, il re-styling di un nuovo modello venne affidato ad un designer esterno.
La scelta cadde su Pininfarina la cui matita andò a modificare le linee originarie della XJ, senza snaturarne la vera essenza. La Serie III, presentata nel marzo del 1979, riscosse ancora maggior successo e divenne la serie XJ più longeva e forse anche la più apprezzata.
Tutta la parte al di sopra della linea di cintura dell’auto fu completamente ridisegnata, con un aumento delle superfici vetrate. Nuovo il tetto, ma anche il parabrezza, più inclinato, il lunotto ed i finestrini, con l’eliminazione dei deflettori anteriori. L’auto assumeva un aspetto complessivamente più abbassato, ma in realtà lo spazio per la testa dei passeggeri era molto più grande della Serie II e l’abitacolo più alto, tant’è che per la prima volta nella storia delle berline Jaguar venne introdotto il tetto apribile elettrico.
Nuove anche le maniglie delle portiere, i gruppi ottici posteriori ridisegnati e ampliati, l'inedito profilo cromato della coda, i paraurti più alti con un profilo in gomma e gli indicatori di direzione integrati ed i fendinebbia integrati. Sul frontale spiccava la bella griglia del radiatore a barre verticali. Anche gli interni furono totalmente ridisegnati ma mantennero la quel lusso e quella ricchezza tipica del marchio, con ampio utilizzo di pelle naturale e radica di noce. Dal punto di vista tecnologico, la grande innovazione fu la comparsa dell’elettronica, con l’introduzione di uno dei primi esemplari di computer di bordo e il cruise control.
Il grande lavoro di Pininfarina aveva reso, sì, la XJ più attuale ed al passo con i tempi, ma aveva conservato tutto il suo fascino che ben poche concorrenti potevano vantare.
Dal punto di vista tecnico e meccanico, invece, il motore 3.4 litri rimase invariato, mentre sul 4.2 litri fu ritoccata l’alimentazione ed adottata l’iniezione elettronica e valvole più grandi, che comportarono un incremento della potenza massima che raggiunse i 208 CV a 5.000 giri e della coppia massima, che toccò i 34 kgm a 2.900 giri. Vennero introdotti anche due nuovi cambi: un manuale a 5 marce Getrag e un automatico a 3 rapporti Borg Warner.
Insomma, il risultato finale era una vettura dallo stile molto elegante, con interni lussuosi, caldi ed accoglienti, in grado di riuscire a portare avanti la tradizione Jaguar in un momento cruciale per la storia del marchio.
Nel 1981 debuttò la versione modificata e migliorata de motore V12. Fu adottata una nuova testata con camere di scoppio ridisegnate, valvole più piccole per aumentare la turbolenza, maggior compressione e conseguente efficienza migliorata, frutto del lavoro dell’ingegnere svizzero Michael May. Le modifiche consentirono di incrementare la potenza a 295 CV, ma anche di ridurre, al contempo, i consumi del 25%. I modelli che montarono il rinnovato V12, le XJ12 e le Double Six, adottarono la denominazione HE.
Nel 1983 Jaguar decise di utilizzare il nome Sovereign per le versioni europee più ricche, e non più sui modelli Daimler. Nello stesso anno negli USA la Sovereign venne commercializzata con il nome Vanden Plas, mentre per l'analoga versione a marchio Daimler si continuò ad utilizzare il nome Double Six, modello che adottava il solo propulsore V12 da 5.3 litri.
Dal 1984 la versione Sovereign venne dotata dell'ABS di serie.
La produzione della Serie III con i motori 3.4 e 4.2 terminò ufficialmente nel 1986, mentre quella della XJ12 continuò fino al 1992, per l'impossibilità di montare l'ingombrante motori a 12 cilindri sulla nuova XJ40 che aveva preso il posto della Serie III. In quell’anno, infatti, sia il motore V12 che il vano motore della XJ40 vennero modificati per rendere finalmente possibile il trapianto, cosa che permise di terminare definitivamente la produzione della Series III, dopo tredici anni e ben 177.244 esemplari complessivamente costruiti tra Browns Lane, Castle Bromwich e Radford.
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